La cucina anche quella moderna più gourmet ha regole antiche, una di queste è quella di non butture mai via nulla.
Da questa filosofia nasce questo piatto, che utilizza come base il formato di pasta mischiata, oggi al secondo posto in assoluto fra quelli più venduti dopo gli spaghetti, ma che un tempo, agli inizi degli anni sessanta, altro non era che il riciclo di tutte le piccole rimanenze di pasta che restavano in casa dall’utilizzo quotidiano dei formati più in uso.
Nel napoletano, soprattutto nelle famiglie meno abbienti, la cosiddetta “pasta ammiscata” si chiamava più comunemente “munnezzaglia” proprio a voler significare lo scarso valore che le si dava, a dispetto dei piatti che poi le donne di casa riuscivano a preparare con quel poco che passava il convento.
Poco importava che le cotture dei vari tipi di pasta erano diverse (per molti era addirittura plus), contava per la famiglia intorno al tavolo il sapore che quel piatto regalava (io per esempio ricordo ancora zia Maria preparare i barattoli di pasta ammiscata fatta con la munnezzaglia delle altre paste e il profumo della pasta e fagioli “arrepusatella” e mammà).
Altri tempi che oggi ritornano però prepotentemente sulle nostre tavole proprio come questo primo che unisce sapori diversi in un piatto gourmet.
lavare e arrostire i peperoni lasciandoli belli callosi e poi tagliarli a listarelle dopo averli pelati e privati dei semini interni, poi frullarli fino ad ottenere una crema
lavare pulire e sbollentare le cozze con aglio olio extra vergine d'oliva e peperoncino, dopodichè sgusciarle separando il frutto dall'acqua che va conservata
a questo punto conservare metà delle cozze sgusciate e frullare l'altra metà fino ad ottenere una crema come fatto già per i peperoni
in una casseruola sfriggere ora aglio e olio extra vergine d'oliva e come l'aglio si dora unire la crema di cozze e l'acqua di cottura delle stesse portando ad ebollizione
calare la pasta mischiata e portarla a cottura al dente (è fondamentale dosare le cotture per avere al palato la diversa croccantezza fra i vari formati di pasta utilizzati), quindi unire il succo di limone e la polpa di ricci di mare, aggiustare di pepe ed eventualmente di sale
impiattare unendo la crema dei peperoni e le cozze intere, e decorare con porro fresco e peperoncini verdi tagliati a rondelline
sposerei questa pietanza con un Ravello bianco di Marisa Cuomo, un vino di colore paglierino con rilessi dorati, dalle note floreali e retrogusto di pesca, con un valore alcolico del 13,5%, da servire ad una temperatura di servizio fra gli 8 e i 10°