Parliamo di un piatto nato verso la fine dei mitici anno ’70 e che faceva parte di una serie molto “limitata” di primi nelle corde dei play boy dell’epoca, quando sul tardi, nelle loro garconniere, si fingevano chef provetti con lo scopo di creare, complice anche una buona bottiglia di vino, la giusta atmosfera bohemien partendo da un manicaretto.
Ho provato a rivisitare questo piatto riadattandolo ai giusti dei giorni d’oggi.
pelare la carota, pulire cipolla e porro e dopo aver tagliato tutto a pezzi grossolanamente tritarli nel mixer fino ad ottenere un composto fine
affettare i bastoncini di polpa di granchio a rondolle sottili dello spessore di mezzo dito
sciogliere nel wok l'olio extra vergine d'oliva e il burro, poi unire il trito di carota porro e cipolla fino a dorarli, aggiungere la polpa di granchio e il peperoncino in polvere
dopo qualche minuto sfumare a fiamma vivace con la vodka, una volta che questa è evaporata aggiungere il pomodoro e la panna avendo cura di aggiustare di sale
lasciar cuocere per circa 15 minuti (se si asciuga allungare con un poco di acqua di cottura della pasta)
nel frattempo cuocere la pasta e colarla al dente, per poi completare la cottura nel wok dove si aggiungono anche la scorza grattugiata di lime e il prezzemolo tritato finemente
impiattare e portare in tavola
vista la consistenza del piatto lo accompagnerei con un Traminer Aromatico Doc Alto Adige di Raetia dell'Associazione Viticoltori Alto Adige