Un piatto classico della cucina povera contadina del Cilento, che serviva un tempo a spezzare la dura giornata di lavoro nei campi. Realizzato con pochi ingredienti ma tutti rigorosamente a km. 0.
Il piatto aldilà della sua consistenza veniva sempre accompagnato dal pane casereccio raffermo, quello avanzato dai giorni precedenti.
Mettere a bollire i fagioli senza sale in abbondante acqua (almeno 4 dita sopra il livello dei fagioli) per circa due ore e mezza.
Mentre si cuociono i fagioli preparare il crostino di pane casereccio scottando nel forno la fetta di pane.
Una volta cotti i fagioli, preparare il “tianiello” (piccolo tegame di coccio) per fare la zuppetta in questo modo: mettere olio aglio cerasiello e rosmarino nel tegame e riscaldare il tutto.
Togliere l'aglio quando si è dorato e aggiungere i fagioli con parte dell'acqua di cottura (la quantità dipende dalla consistenza che si vuole dare alla zuppa).
Cuocere il tutto dopo averlo regolato di sale per circa 10 minuti avendo cura di non sfaldare i fagioli.
Prima di servire, aggiungere del prezzemolo fresco tagliato grossolanamente a mano, il crostino e lucidare il piatto con qualche goccia di olio a crudo.
Con questo piatto vedrei bene un Kléos di Luigi Maffini, un rosso fermo e secco vinificato da uve di aglianico, piedirosso e barbera